Chi pedalava per Parma con il battitappeto a tracolla, il cestino al manubrio colmo di stracci e detersivi. Chi mai si separava dai 23 mazzi di chiavi dei condomini di sua competenza: pronta ad affrontare imprevisti e pulizie d’ordinanza. Mezzo secolo fa, un’era fa. «Ma lo stesso spirito d’oggi». Può dirlo, Cristina Bazzini: lei c’era e c’è. La storia di COLSER è quasi una sua autobiografia, per tutta la vita che ci ha messo. Entrata nella cooperativa 21enne come impiegata nel 1980, cinque anni dopo la fondazione, dal 1986 ne è Presidente. Da allora, di tre anni in tre anni, l’assemblea dei soci le ha rinnovato incarico e consenso, nonostante le decisioni audaci a volte, che tuttavia hanno saputo pagare. «Non è facile decidere per l'impresa e rispondere a migliaia di azionisti» dice. Andare oltre i confini provinciali, superare le etichette iniziali sono state scelte vincenti.
Alla sanificazione e all’igiene ambientale nel pubblico e nel privato si sono affiancati smart building management, logistica sanitaria, movimentazione merci, trasporti speciali, anche di opere d’arte, gestioni aeroportuali, manutenzione, technology management, impianti tecnologici, servizi green, e poi i settori anziani, minori, giovani e disabili, oltre ai servizi sanitari e di ricettività turistica, ai quali infine si sono aggiunti l’inserimento lavorativo, il fattorinaggio, la gestione e manutenzione del verde... Elenco lungo, ma parziale.
Dalle strade di Parma a quelle di tutt’Italia (non più in bici, armati di battitappeto): da 70 che erano, i lavoratori, in larga parte lavoratrici quasi tutte parmigiane, sono diventati 5.200, dei quali uno su tre di origine straniera. Che poi sono 7.300, con Auroradomus e Saltatempo, realtà con le quali si è formato il gruppo negli anni. Dalla sede di via Cantelli, dove, all’interno della Cisl provinciale, addette alle pulizie e una manciata di facchini avevano creato COLSER, ci si è trasferiti in via Sonnino, passando per via Reggio e via Langhirano. L’attuale sede in zona Crocetta, luminosa e «illuminata» da citazioni poetiche alle pareti, è del 2013. «Ma già comincia a starci stretta».
Alle spalle un impegno in politica e nel sociale («Appartenevo ai gruppi studenteschi dei decreti delegati e ho vissuto il caso clamoroso del Melloni, dove una lista apartitica batté la Fgci…») la presidente Cristina Bazzini è la veterana della Colser. «Ricordo tutti i nomi di allora, il senso di appartenenza, la dedizione per la fidelizzazione del cliente». Memoria aiutata dal filo che lega l’oggi all’allora. Eppure, ne sono cambiate di cose. Era inimmaginabile, nel 1975, che la cooperativa arrivasse a queste cifre, diventando una delle principali realtà nel cleaning a livello nazionale. Il fatturato sfiora i 141 milioni (con 42 di patrimonio), mentre quello del gruppo ammonta a 220. «Abbiamo saputo crescere, ragionare da grandi anche quando eravamo piccoli» dice la Presidente. La centralità di Parma è rimasta, ma alla sede di via Sonnino si sono aggiunte sei filiali strategiche tra Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio (in tutto, sono 9 quelle del gruppo). A Roma l’ultima nata, tra il 2022 e il 2023, dopo diverse aggiudicazioni di appalti Consip (la centrale di acquisti della pubblica amministrazione) in Campania, Puglia e Basilicata. «Il confronto con altre realtà ha sviluppato la nostra flessibilità congenita».
Nessuno stabilimento: si offrono servizi, e il capitale umano è materia prima e strumento professionale. «Democrazia partecipata, persona al centro, sicurezza dei lavoratori, senso d’appartenenza: questi valori ancora ci contraddistinguono. Migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità in cui operiamo è il nostro motto» sottolinea Cristina Bazzini. Con un’aggiunta, non così scontata, sul rispetto dei territori. «Ci siamo sempre appoggiati a un tramite tra noi e le nuove realtà».
Così fu nel 1993, con la nascita dell’allora Colser 2 a Sassuolo. «Acquisimmo un pacchetto di contratti da un consorzio in crisi, specializzato in cleaning: salvammo fatturato e centinaia di posti di lavoro». Cinque anni dopo, a Crema e a Vicenza e Pisa, vennero l’affitto del ramo d’azienda di Ipm e il progetto di fusione con Euroservice a Pistoia e l’apertura della filiale di Pisa di Parma servizi (facchinaggio). Nel 2001, uno dei balzi più arditi: fuori non dal territorio, ma dalla propria «comfort zone», con il rilancio del marchio Domus e l’ingresso nel socio-assistenziale. Nel 2007, il consolidamento nel settore ospedaliero e sanitario con l’appalto Le Scotte a Siena. La nascita del Gruppo Colser-Auroradomus è del 2008. Altra tappa importante, il lancio del progetto Welfare Cooperativo, a sostegno di soci e famiglie, nel 2014 (il Wel#point in missione tra le filiali, per ascoltare necessità e problemi e per realizzare campagne di prevenzione salvavita con Ant è uno dei fiori all'occhiello). Nel 2018, la creazione delle divisioni Colser Tech e Colser Green, attraverso la quale si è ottenuta la certificazione Ecolabel Ue, per servizi di pulizia ambientale. Nel 2021, la nascita di Colser Log, la nuova divisione per l’outsorcing logistico. Quindi, le aggiudicazioni Consip al Sud e, nel 2024, le numerose convenzioni a Roma (tra le quali con i Ministeri dell’Interno, del Lavoro e Imprese Made in Italy), con la forte crescita di Colser Log e Tech nei servizi di building management. «Nell’ultimo anno - spiega la presidente - il fatturato è cresciuto del 16 %».
Cooperazione, ma anche condivisione. Come quando vennero inviati aiuti al Piemonte alluvionato nel 1994 o, nel 2012, vennero donati due moduli polifunzionali a Mirandola colpita dal terremoto o le tante altre iniziative al fianco della Protezione civile. Aver preso il largo non significa però essersi allontanati da Parma. «Nella nostra città - spiega Cristina Bazzini - aderiamo al progetto Parma io ci sto!, siamo in Confcooperative e nell'Unione parmense industriali». Numerose, poi, le partecipazioni a progetti di solidarietà o a iniziative culturali: dal Giardino dei sorrisi alle donazioni a Oncologia, al sostegno a Doppia elica o al Parma 360 Festival, a Giocampus, al Festival di Open, al Civitas Forum 2024 e al Diversity, Equity & Inclusion Day. «Dallo scorso anno - sorride la presidente - siamo anche Premium Partner del Parma Calcio 1913, dopo aver sponsorizzato il rugby e la grande Maxicono».
Serve un lavoro di squadra per tenere alta la bandiera di Parma.
Serve cooperare.
Fonte: Gazzetta di Parma (15 giugno 2025)